Il Superbonus è stato uno degli incentivi più discussi introdotti dal Governo negli ultimi anni, in particolare durante l’era del governo di Giuseppe Conte e con la decisione recente del governo di Giorgia Meloni di interrompere definitivamente la cessione del credito e lo sconto in fattura. La domanda su chi ha tratto maggiori beneficrittori da questo incentivo è una delle questioni più dibattute in questo periodo.
Per rispondere a questa domanda, sono state effettuate due indagini, una a livello nazionale da parte di Nomisma e l’altra a Trieste dalla Fondazione Basso e dal Forum Disuguaglianze e Diversità.
Superbonus, 2 indagini sconcertanti: i soldi dove sono finiti?
I risultati di queste indagini hanno mostrato che gli edifici che hanno usufruito di più del Superbonus sono situati in zone popolari e appartenenti ai ceti medio-bassi, rappresentando il 54% del totale. Il 46% dei proprietari di immobili appartenenti ai ceti più alti, invece, si trova nelle zone più ricche della città.
Nomisma ha anche scoperto che il 25% dei descrittori del Superbonus ha un reddito mensile superiore a 3.000 euro, con il 23% che possiede anche una seconda casa. Circa 1,7 milioni di italiani appartenenti ai redditi medio-bassi hanno usufruito di questo incentivo, il 29% di loro è impiegato, il 15% vive in Comuni con meno di 100 mila abitanti e il 25% vive in condomini con meno di 8 appartamenti.
Nonostante l’apparenza che il Superbonus sia a favore dei ceti più alti, questo incentivo ha anche permesso alla parte più povera della popolazione di ristrutturare la propria casa, grazie al sistema della cessione del credito o dello sconto in fattura. Infatti, sarebbe impossibile per queste persone anticipare tutti i costi dei lavori senza avere la possibilità di rimborsarli in futuro attraverso le detrazioni fiscali. Al momento, l’unica soluzione proposta dalle banche è quella della compensazione con F24.
Tuttavia, è importante sottolineare che questi risultati riguardano solo la città di Trieste e che potrebbero essere differenti in altre zone del paese. È anche importante tenere in considerazione che il futuro del Superbonus potrebbe essere influenzato dalle modifiche al Decreto blocca cessioni che il Governo potrebbe introdurre in futuro. In ogni case, questi risultati suggeriscono che il Superbonus ha avuto un impatto sia sui ceti medio-bassi che sui ceti più alti, ma che potrebbe essere necessario valutare ulteriormente l’impatto di questo incentivo sulla popolazione in generale e sulla distribuzione delle risorse.
Inoltre, è importante considerare che l’obiettivo principale del Superbonus era quello di incoraggiare la ristrutturazione degli edifici e di migliorare l’efficienza energetica del paese, e che questo incentivo ha avuto un impatto positivo sull’economia nazionale e sull’ambiente.
In definitiva, il futuro del Superbonus sarà influenzato da molteplici fattori, tra cui le modifiche apportate dal Governo, l’impatto sulla popolazione e sull’economia nazionale, e le esigenze ambientali e energetiche del paese. Sarà interessante vedere come questo incentivo evolverà nei prossimi anni e come verranno utilizzati i fondi per sostenere la ristrutturazione degli edifici e la transizione verso un’economia più sostenibile.
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